Luca e Martina da Poggio a Caiano a Marrakech con tanto materiale scolastico da regalare ai bambini.
Martina Meucci e Luca Finocchiaro sul traguardo del raid
Poggio a Caiano (Prato), 19 aprile 2017 - Prendi una Fiat Panda 4x4, ma che sia di quelle vecchie, che dopo 27 anni di onorato servizio meriterebbe la pensione e invece portala all’estrema fatica facendole compiere un raid nel deserto del Marocco. Sì, si può fare e con successo, oltretutto facendo del bene. E’ la storia di Luca Finocchiaro e Martina Meucci, pilota e copilota, che da Poggio a Caiano sono partiti per l’avventura del Panda Raid: 350 equipaggi impegnati per una settimana in una corsa a tappe attraverso il deserto marocchino, con una rigida tabella di marcia da rispettare e tanta fatica fisica e mentale per l’equipaggio, meccanica per il mezzo.
A bordo dell’auto del Team 225 almeno 30 chili di materiale scolastico e di prima necessità da consegnare ai bambini incontrati lungo il percorso, dai quaderni e le matite alle caramelle, dalle magliette ai pennarelli. Luca e Martina nella vita fanno i rappresentanti, ma con il pallino della meccanica: "Abbiamo comprato per due lire la Panda del 1990 e l’abbiamo rimessa a posto da soli nel magazzino del nostro ufficio, con l’aiuto di un amico abbiamo anche cambiato il motore - raccontano Luca e Martina - Poi Cristian Sundas della Rialzi 4x4 di Pistoia ha fornito gli ammortizzatori ed è diventato il nostro sponsor principale per il raid in Africa".
A quel punto via all’avventura: "Siamo partiti da Madrid, poi da Gibilterra con il traghetto siamo arrivati in Marocco, abbiamo seguito sette tappe fino a Marrakech. Per noi era la prima volta in una situazione del genere... e anche per la macchina! Non pensavamo che sarebbe stato così impegnativo, però ce l’abbiamo fatta: siamo arrivati 45esimi su 350 e secondi fra gli italiani. A questo punto vogliamo rifarla l’anno prossimo e vogliamo vincere! Sarebbe bello trovare qualche piccolo sponsor, porteremmo il nome sull’auto tutto l’anno. Cristian Sundas sarà main sponsor nel 2018".
Oltre all'aspetto competitivo, ce n’è stato uno emotivamente ben più forte: "Gli aspetti solidali del raid sono diversi. Prima di tutto il 20% delle quote di iscrizione va in beneficenza a sostegno di progetti scolastici. Poi gli equipaggi sono tenuti a distribuire materiale ai bambini lungo il percorso: è sconvolgente la gioia dei bambini quando dai loro un semplice pacchetto di caramelle. Sono esperienze che aprono il cuore e la mente, da rifare assolutamente anche se una sola volta è sufficiente per segnarti. Non è una vacanza, ma un viaggio vero, con tanti incontri che ti segnano".
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